Le componenti fondamentali di una elettovalvola sono: il corpo
valvola (che è il nucleo principale della valvola e, oltre agli attacchi, le
sedi e i fori di passaggio, sono realizzate in materiale plastico), il nucleo
fisso (in acciaio inox, questo ha la funzione di perno fisso per il nucleo
mobile: la sua funzione è quella di chiudere il flusso magnetico), il nucleo
mobile (in inox, magnetico, è azionato dalla bobina e scorre all’interno del
canotto), la molla di rinvio (che tiene posizionato il nucleo mobile e lo
riporta nella posizione d’origine dopo l’azione dell’elettromagnete) e la
bobina (o elettromagnete, che è fatta di un filo di rame che, attraverso il
flusso magnetico generato dall’attraversamento della corrente elettrica, attrae
il nucleo mobile).
Ovviamente questi elementi sono uniti da altri piccoli elementi come l’anello di sfalsamento, il tubo di guida, il puntalino disco di tenuta e la membrana, senza dimenticare l’inserto (che è il supporto alla membrana che la aiuta all’apertura e chiusura attraverso i fori di carico e scarico) e il raccordo che varia a seconda dei settori di applicazione delle elettrovalvole.
Nel nostro glossario, però, non possiamo soffermarci sul fattore di portata: questa è la quantità di acqua che passa attraverso l’elettrovalvola con una caduta di pressione di 1 bar. La pressione è un fattore decisivo per il funzionamento. Pesate che nell’elettrovalvola ne sono presenti ben quattro tipi: pressione minima di funzionamento, massima differenziale, la pressione statica o nominale e la massima pressione di lavoro. Tutte queste giocano un ruolo chiave e devono essere calcolate molto bene soprattutto al momento della posa dell’impianto.
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